La mia testimonianza inizia con il raccontare cosa io ho fatto di bello e le mie esperienze
Una realtà sicuramente di grande valore è stata la ormai defunta "musicultura" che per molti anni ha dato a molti giovani la possibilità di vivere una esperienza nel mondo del teatro amatoriale ma anche di vita vissuta con dei valori che sono rimasti impressi nel mio modo di essere. Dopo un periodo di assenza dalla scena partannese per motivi di lavoro ho avuto la fortuna diversamente da molti altri di lavorare e potere vivere qui allora ho ricominciato a fare la mia parte nel paese in cui vivo. Nel 2004 mi sono fatto promotore insieme ad altri amici di alcuni eventi, per me molto importanti, abbiamo organizzato uno spettacolo per la festa dell'Immacolata ( 8 dicembre) dal titolo " La luce avrà i tuoi occhi" i testi dello spettacolo sono di Maria Rita Grifasi, la direzione artistica di Nino Teri, e poi tanti ragazzi con la voglia di stare insieme recitare, anche divertendosi. Inoltre sono stati organizzati altri eventi culturali e religiosi che racconterò in seguito. Il presupposto che mi ha sempre animato è stato quello della gratuità, il mio tempo libero lo metto a disposizione della comunità in cui vivo. Cercando di coinvolgere sempre giovani e adulti in un progetto che possa far stare insieme le persone in modo positivo e costruttivo. Dopo l’ esperienza dello spettacolo, sempre con le idee e gli stimoli di Nino Teri abbiamo pensato di lavorare alla festa di San Vito patrono della nostra Città. Il cui culto e la cui venerazione nel tempo ha subito un declino continuo, ma ci siamo accorti che ancora molto si può fare. Con grande impiego di risorse ed energie ci siamo ritrovati a lavorare in 3 - 4 persone, e con il sostegno incessante di Don Rino Randazzo, per riuscire a far rivivere questa bellissima tradizione. Tutti si sono fatti coinvolgere e anche se con fatica a giugno siamo riusciti a mettere sù una festa che ha coinvolto tutto il paese. Una emozione che ci ha dato la forza di credere che ancora possiamo cambiare le cose, tanto che l'anno dopo la festa è stata ancora più grandiosa, ma sempre grande è stato lo sforzo organizzativo, ci vuole tempo e costanza, purtroppo però è arrivata la delusione, Padre Rino è stato spostato a Gibellina, Nino Teri è andato a Milano per lavoro e io mi sono trovato da solo a combattere con i mulini a vento, non so se vi siete accorti che a giugno non è stato festeggiato San Vito, e la cosa mi ha fatto più male è stato che quasi nessuno si è accorto di questa assenza, che molti si sono dimenticati di quei due 15 giugno 2005 e 2006 in cui invece il paese è stato messo davanti alla prova che le cose da fare ci sono eccome. Una festa del santo patrono in alcuni paesi della nostra sicilia, non è soltanto motivo di devozione religiosa( importante e necessaria), ma porta anche allo sviluppo dell’ economia locale, alla promozione turistica, alla dimostrazione che il paese è una comunità che vive in comunione...per comunione intendo che le istituzioni (comune, chiesa ecc.) e i cittadini creano quella armonia dello stare insieme collaborano e condividono momenti belli e brutti della vita quotidiana. Aimè forse non ho capito nulla della vita o sono stato uno stolto ma posso dirvi che siamo a febbraio del 2008 e tutto quello che ho fatto( ho citato fino ad adesso gli eventi secondo me più importanti ma ne ho da raccontare!!!)mi ha si tenuto vivo e attivo, ma il resto della comunità Partannese dice ancora non "c'è niente da fare a Partanna è un paese morto".. adesso lascio spazio alla discussione al confronto.. a presto
La mia idea iniziale di scrivere un semplice messaggio nel forum si evolve voglio sottoscrivere un blog e pubblicizzarlo per far conoscere quello che si fa a Partanna o che si è fatto, cosa c’è di vivo, come si vive nella nostra ridente cittadina, un tempo “capitale della valle del Belice” e oggi ridotta ad una paesino di poche migliaia di abitanti tutti con la voglia di fuggire, ma mai perdere la speranza “Chi ha speranza vive diversamente; gli è stata donata una vita nuova” per citare un autore che sulla speranza e altri concetti ha molto da dire ma voglio rimandare a dopo questi argomenti.
Immergendomi nei miei ricordi da diciottenne mi torna in mente la mia esperienza in “Musicultura” che trova i suoi natali in una mitica festa del magistrale. Infatti quando il Prof. Roberto Messina mette piede a partanna si accorge che c’è qualcosa da fare. E come dimostrano i fatti si è rimboccato le maniche non immergendosi nel nebbioso mondo della politica a dando a giovani diciassettenni come me la possibilità di vivere esperienze di vita formative ed educative, a volte discutibili o persino “improbabili” ma in ogni caso posso assicurare che gli anni vissuti al fianco di Roberto sono stati per me di grande educazione e formazione, una esperienza di vita che contempla momenti belli e brutti.
Nel giugno 1997 anno del nostro diploma ci siamo ritrovati un gruppo di ragazzi alle prese con Roberto per realizzare un “Musicol” dal titolo “Dartagnan e le tre moschettiere”, parlo di un gruppo di ragazzi davvero fuori dal comune, ore di prove e di liti senza un centesimo di lira, ma con tanta voglia di stare insieme e fare qualcosa di bello, e lo abbiamo fatto abbiamo messo in scena ad agosto uno spettacolo di cui forse pochi si ricordano, ma io non posso dimenticarlo è stato il Battesimo di musicultura. Dopo l’estate anke se con gli impegni dell’universita è iniziata la vita di musicultura 3 anni circa di esperienze bellissime, tanti ragazzi sono passati alcuni come meteore altri fino alla fine, ma come mi ha detto Roberto la cosa importante non è che musicultura rimanga per sempre viva o divenga una associazione con mille iscritti ma che non produce nulla l’importante è che lasci buoni frutti. Ricordanto il primo vero Musicol che abbiamo realizzato ovvero “I promessi sposi” mi torna in mete come a quell’età la voglia di essere protagonisti ci faceva competere a volte scontrare ma alla fine rimanevamo uniti e si andava in scena, la prima dei promessi sposi è stato un grande successo di pubblico e abbiamo addirittura replicato, poi si inizia un nuovo spettacolo intanto da 10-12 ragazzi siamo arrivati a formare un gruppo numerosissimo, Roberto ha subito scritto il nuovo copione che ci ha portati a realizzare “Da adamo ed eva in poi” contemporaneamente scriveva quello che secondo me è stato il vero grande successo, non perfetto tecnicamente, ma si era formato ed era cresciuto un gruppo non solo di ragazzi che fanno teatro amatoriale ma di amici, e posso assicurarvi che molti di quelli che eravamo amici tali siamo rimasti anche se è passato il tempo siamo cresciuti ci siamo allontanati, ma rivederci, trovarci anche per caso suscita in ognuno di noi grandi emozioni, ricordi di fatiche liti ma soprattutto lo stare insieme tra Amici.
La mia idea iniziale di scrivere un semplice messaggio nel forum si evolve voglio sottoscrivere un blog e pubblicizzarlo per far conoscere quello che si fa a Partanna o che si è fatto, cosa c’è di vivo, come si vive nella nostra ridente cittadina, un tempo “capitale della valle del Belice” e oggi ridotta ad una paesino di poche migliaia di abitanti tutti con la voglia di fuggire, ma mai perdere la speranza “Chi ha speranza vive diversamente; gli è stata donata una vita nuova” per citare un autore che sulla speranza e altri concetti ha molto da dire ma voglio rimandare a dopo questi argomenti.
Immergendomi nei miei ricordi da diciottenne mi torna in mente la mia esperienza in “Musicultura” che trova i suoi natali in una mitica festa del magistrale. Infatti quando il Prof. Roberto Messina mette piede a partanna si accorge che c’è qualcosa da fare. E come dimostrano i fatti si è rimboccato le maniche non immergendosi nel nebbioso mondo della politica a dando a giovani diciassettenni come me la possibilità di vivere esperienze di vita formative ed educative, a volte discutibili o persino “improbabili” ma in ogni caso posso assicurare che gli anni vissuti al fianco di Roberto sono stati per me di grande educazione e formazione, una esperienza di vita che contempla momenti belli e brutti.
Nel giugno 1997 anno del nostro diploma ci siamo ritrovati un gruppo di ragazzi alle prese con Roberto per realizzare un “Musicol” dal titolo “Dartagnan e le tre moschettiere”, parlo di un gruppo di ragazzi davvero fuori dal comune, ore di prove e di liti senza un centesimo di lira, ma con tanta voglia di stare insieme e fare qualcosa di bello, e lo abbiamo fatto abbiamo messo in scena ad agosto uno spettacolo di cui forse pochi si ricordano, ma io non posso dimenticarlo è stato il Battesimo di musicultura. Dopo l’estate anke se con gli impegni dell’universita è iniziata la vita di musicultura 3 anni circa di esperienze bellissime, tanti ragazzi sono passati alcuni come meteore altri fino alla fine, ma come mi ha detto Roberto la cosa importante non è che musicultura rimanga per sempre viva o divenga una associazione con mille iscritti ma che non produce nulla l’importante è che lasci buoni frutti. Ricordanto il primo vero Musicol che abbiamo realizzato ovvero “I promessi sposi” mi torna in mete come a quell’età la voglia di essere protagonisti ci faceva competere a volte scontrare ma alla fine rimanevamo uniti e si andava in scena, la prima dei promessi sposi è stato un grande successo di pubblico e abbiamo addirittura replicato, poi si inizia un nuovo spettacolo intanto da 10-12 ragazzi siamo arrivati a formare un gruppo numerosissimo, Roberto ha subito scritto il nuovo copione che ci ha portati a realizzare “Da adamo ed eva in poi” contemporaneamente scriveva quello che secondo me è stato il vero grande successo, non perfetto tecnicamente, ma si era formato ed era cresciuto un gruppo non solo di ragazzi che fanno teatro amatoriale ma di amici, e posso assicurarvi che molti di quelli che eravamo amici tali siamo rimasti anche se è passato il tempo siamo cresciuti ci siamo allontanati, ma rivederci, trovarci anche per caso suscita in ognuno di noi grandi emozioni, ricordi di fatiche liti ma soprattutto lo stare insieme tra Amici.
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